Cenni storici

Scuola-Città Pestalozzi, fondata nel 1945 da Ernesto Codignola, apre le sue porte esattamente il 15 gennaio, all'indomani della fine della II guerra mondiale, con obiettivi ben precisi: offrire un servizio sociale alle famiglie disagiate del quartiere di Santa Croce e costituire uno spazio educativo per la formazione democratica del cittadino. Nasce come scuola di Differenziazione Didattica, nome dato allora alle scuole sperimentali a tempo pieno (l‟orario, di 8 ore, include la mensa) e comprende 8 classi dalla prima all‟ottava.
Nel 1963, quando viene istituita la Scuola media unica, la nostra Scuola è la prima che sperimenta un percorso unitario dell'obbligo scolastico.
Nel 1975, sulla scorta del DPR 419/74 che introduceva nella scuola la ricerca e la sperimentazione legandole all‟aggiornamento degli insegnanti, il Ministero della Pubblica Istruzione riconosce Scuola-Città come scuola totalmente sperimentale.
Dagli anni ’90, dopo la verifica del primo Progetto, i Progetti di sperimentazione diventano ottennali con verifica intermedia dopo i primi quattro anni.
Qualche anno più tardi, nel 1997, la scuola diventa anche "Centro risorse per la formazione dei docenti", formalizzando così la sua attività nell'ambito della documentazione, divulgazione e offerta di iniziative di formazione docente.
Nel 2006, Scuola-Città Pestalozzi, insieme ad altre due scuole italiane con esperienza di lunga tradizione nel campo della sperimentazione pedagogica (Don Milani di Genova e Rinascita di Milano), ottiene dal Ministero l'autorizzazione a realizzare un Progetto di innovazione e di ricerca denominato Scuole Laboratorio”, con lo scopo di valorizzare il patrimonio di esperienza, ricerca e professionalità acquisito nel tempo e di metterlo a disposizione del sistema scolastico, a supporto dei processi di autonomia delle istituzioni scolastiche. 

Festina Lente

“Festina lente” significa “affrettati lentamente” ed unisce due concetti divergenti, velocità e lentezza. La frase è attribuita all’Imperatore Augusto dallo scrittore latino Gaio Svetonio Tranquillo, nel suo testo “Vita di Augusto, 25, 4”; essa sta ad indicare un modo di agire senza indugi, ma con cautela.

Nel XVI secolo, Cosimo I de’ Medici, secondo duca di Firenze ed in seguito primo granduca di Toscana, associò questo motto al simbolo di una tartaruga con la vela, facendone l’emblema della sua flotta: la tartaruga, caratterizzata dall’estrema lentezza, simboleggia la prudenza, mentre la vela, che spinge la nave gonfiata dal vento, simboleggia l’azione. All’interno del Palazzo Vecchio a Firenze, su soffitti e pavimenti, sono presenti molte raffigurazioni di questo emblema.